L’emergenza Covid-19 avrà delle conseguenze sul mercato immobiliare 2021? Secondo i recenti dati del rapporto Nomisma e dell’analisi di Savills Investment Management sì, ma non sempre in negativo.
Gli esperti parlano chiaro: compravendite e canoni d’affitto hanno registrato un forte calo nel 2020, che influirà sui trend del nuovo anno e dovrà attendere almeno un biennio per colmarsi del tutto. Questo scenario, tuttavia, non deve spaventare. Il mercato immobiliare 2021 inizierà la sua risalita dai centri più grandi, creando numeri interessanti anche nel settore commerciale.
Cerchiamo di capire insieme quali novità ci attendono e come possiamo prepararci al meglio.
2020: la chiusura in down del settore
Il 2020 ha registrato una flessione in negativo nelle compravendite di circa il 20% causata dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica e lavorativa che ha attraversato il Bel Paese.
Nonostante i prezzi degli immobili abbiano resistito, il calo della domanda e della disponibilità ha interrotto oltre centomila trattative, da Nord a Sud.
Anche il settore degli affitti ha risentito della pandemia, in particolare per i canoni transitori o turistici. Restrizioni, smart working e studio a distanza hanno ridotto al minimo la necessità di un alloggio, andando a creare una battuta d’arresto per il settore. Non sono, tuttavia, mancate le sorprese: i mesi estivi, fra la prima e la seconda ondata pandemica, hanno visto famiglie e coppie ricercare un nuovo immobile. L’obiettivo era quello di guadagnare una stanza in più e un’apertura verso l’esterno.
Come abbiamo visto al post Analisi dei dati Nomisma – Terzo rapporto sul mercato immobiliare 2020 il mercato immobiliare è tornato ai livelli di quattro anni fa e, proprio per questo, la ripresa non sarà né semplice né immediata.
Mercato immobiliare 2021: dati e possibilità
Secondo l’analisi Nomisma, le prospettive per il settore immobiliare del 2021 non sarebbero negative. Il nuovo anno sarebbe infatti la base per una ripartenza lunga almeno fino al 2023 che interesserà, prima di tutto, i centri di Milano e Bologna.
A mettere un segno + rispetto allo scorso anno sarà senza dubbio il mercato residenziale: le compravendite saranno comunque in calo rispetto al 2019, così come i prezzi. Tuttavia sarà proprio qui che il trend inizierà a migliorare, complici i nuovi bonus di ristrutturazione, le agevolazioni per l’acquisto della prima casa e la necessità di nuovi spazi, anche in città.
Il settore non residenziale, invece, dovrà attendere, almeno secondo le previsioni:
- -2.5% per gli uffici;
- -1.9% per i negozi.
La speranza è quella che le nuove pratiche di consumo e lavoro portino a una ridefinizione degli spazi e, di conseguenza, a nuove richieste.
Quali città saranno interessate dalla crescita?
Le prospettive di Nomisma toccano anche le singole città, che avranno tempi di ripresa molto diversi fra loro. Secondo gli esperti alcuni centri potrebbero registrare più tardi una ripresa, ma non oltre il 2023.
Questo, secondo il rapporto, sarebbe lo scenario:
- Milano (2021-2022)
- Bologna (2021-2022)
- Firenze (2022-2023)
- Venezia (2022-2023)
- Palermo (2022-2023)
- Cagliari (2022-2023)
Fanalini di coda Torino, Genova e Roma, che nel prossimo triennio avranno un andamento parzialmente negativo.
Settori e possibilità per il mercato immobiliare 2021
Oltre al rapporto Nomisma, anche Outlook 2021 “Building resilience in global real estate portfolios” di Savills Investment Management ha tracciato una possibile mappa per l’anno in corso.
L’analisi dell’Istituto tuttavia non si limita al settore residenziale, ma traccia un quadro più ampio del mercato immobiliare 2021, andando a toccare tutte le possibilità dei diversi comparti produttivi e commerciali.
A spiegare la situazione italiana è Cristiano Ronchi, Managing Director Italia presso Savills IM SGR. Il report, infatti, ha individuato come settori in forte crescita:
- la logistica nel Nord Italia, lungo il Mediterraneo e nell’area di Roma: i nuovi consumi legati all’e-commerce non hanno scalfito questa filiera, che è alla ricerca di nuovi spazi immobiliari adatti ai prodotti trattati.
- la sanità;
- il retail alimentare: la costanza nella domanda ha portato ad una risposta di grandi dimensioni, tanto che discount, supermercati e negozi food hanno resistito al lockdown senza cali. Le realtà del settore che desideravano crescere ed espandersi, quindi, continueranno a ricercare immobili adatti alle loro esigenze.
- il senior care.
A livello europeo, buone prospettive anche per uffici e living. I primi non perderanno la loro funzione nelle aziende, nonostante lo smartworking sia ormai una realtà. Saranno anzi sempre più importanti come luoghi di incontro, scambio e crescita professionale. Per il living, invece, il discorso è più complesso: il mondo degli hotel, dello student housing, del senior living, del build to rent e dei poli di ricerca scientifica attira molti investitori, soprattutto se legato a prodotti come i fondi pensione (maggiori informazioni al link).
Interessato a scoprire di più sulle prospettive del mercato immobiliare 2021? Leggi i nostri articoli:
- Dove Investire nel 2021: Zone in cui Vendere e Affittare
- Acquistare casa a Milano costa un terzo in più e nel 2021?
- Il futuro del mercato immobiliare di Milano: rischio bolla?
- Andamento aste immobiliari 2020: gli effetti del lockdown