Il rapporto della Global Alliance for Buildings and Construction rileva come il 39% delle emissioni globali di anidride carbonica sia dovuta a edifici, abitazioni e il settore dell’edilizia. Non solo, immobili e edilizia sono responsabili anche per il 36% dell’intero consumo energetico globale, per il 50% delle estrazioni di materie prime e per un terzo del consumo di acqua potabile.
In questo contesto, data la crescente preoccupazione per le tematiche ambientali, da qualche anno a questa parte la sostenibilità sta diventando l’obiettivo principale per lo sviluppo futuro dell’edilizia e del mercato immobiliare.
Un impegno che in Europa ha portato il 14 marzo 2023 all’approvazione della direttiva Case Green. L’Unione Europea si pone così l’obiettivo di ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990, e raggiungere le emissioni zero entro il 2050, andando a riqualificare il parco immobiliare europeo e migliorare l’efficienza energetica.
Come si sta comportando l’Italia in questo contento? Abbiamo già parlato in passato dei tantissimi progetti di ristrutturazione urbana già in atto da anni, e la nascita della categoria del ristrutturato green.
In questo articolo andiamo ad analizzare l’impatto della sostenibilità sul mercato immobiliare italiano, con un focus sul mondo degli edifici a basso impatto ambientale.
Cosa sono gli edifici a basso impatto ambientale
Gli edifici a basso impatto ambientale nascono come risposta alle crescenti preoccupazioni legate al cambiamento climatico e quindi alla necessità di sostenibilità nel mercato immobiliare.
Un edificio a basso impatto ambientale è essenzialmente una casa ben coibentata, che consuma poco e spreca poco, progettata e costruita in perfetta armonia con l’ambiente circostante.
Questi criteri di architettura sostenibile non si applicano solo alle case di nuova costruzione, ma anche ai vecchi edifici che possono essere trasformati in abitazioni a basso impatto ambientale, grazie a interventi di efficientamento energetico e all’uso intelligente delle energie rinnovabili.
Il riutilizzo e la riqualificazione degli edifici esistenti rappresentano una sfida importante per la riduzione complessiva dell’impatto ambientale del settore edilizio. Soprattutto in un mercato immobiliare come quello italiano, dove oltre 3 milioni di immobili necessitano entro il 2033 di una ristrutturazione in ottica green.
L’impatto della sostenibilità sul mercato immobiliare italiano: Il Report GBC Italia
Con la finalità di misurare gli effetti positivi dell’edilizia green certificata in Italia, lo scorso 13 Giugno, Green Building Council Italia ha presentato il primo Impact Report dell’edilizia sostenibile certificata nel Paese.
Dal report, realizzato sulla base di dati di certificazione di più di 500 edifici per una superficie complessiva di oltre 9 milioni di metri quadrati, è emerso che che l’80% di tutti gli edifici italiani certificati ha ottenuto livelli di rating particolarmente lusinghieri, pari a Gold e Platinum.
L’adozione dei protocolli LEED-GBC ha permesso di generare un risparmio annuo di 170.031 tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua, per un controvalore di 68 milioni di euro per il Paese. Inoltre, grazie alla progettazione sostenibile certificata, è stato possibile risparmiare 324.880 tonnellate di rifiuti evitando al Paese ulteriori 44 milioni di euro di esternalità.
Questi dati dimostrano la sempre maggiore sostenibilità del mercato immobiliare italiano, sempre più improntato ad un’architettura sostenibile (o green building), e quindi alla costruzione di edifici a basso impatto ambientale.
Oltre a questi dati, segnaliamo anche i tanti incentivi pubblici e privati ad orientarsi verso un’edilizia più sostenibile. Uno dei più discussi in questi mesi è sicuramente il PNRR, con il 17,5% dei fondi stanziati che verranno utilizzati per attuare la “Rivoluzione verde e transizione ecologica“, per rendere più efficienti 50.000 edifici privati e pubblici ogni anno, raggiungendo una copertura totale di 20 milioni di m² entro il 2026.