Il mercato immobiliare sta vivendo un momento di crisi dovuto anche alle incertezze del sistema universitario. Gli studenti, che dopo un momento di iniziale decisione circa il trasferimento nella sede universitaria prescelta, con relativa visione di stanze e appartamenti, spesso decidono di rinunciare alla partenza ed iniziare la loro avventura accademica dai loro paesi di origine
In un’epoca in cui il mercato immobiliare prima della pandemia del Covid–19, rappresentava una grande fonte di guadagno per le grandi città come Milano, Torino, Roma e Bologna, oggi (specialmente le metropoli del Nord Italia) soffre un momento di debolezza.
Molti studenti, già nei momenti pre-lockdown, hanno preferito tornare nei loro paesi di origine sfruttando la possibilità di smart – working e di lezioni online, rescindendo i loro contratti di locazione, spesso a breve termine e già in via di scadenza”
Si registra il +149% di stanze libere nelle grandi città di Italia
Quali sono le previsioni del mercato immobiliare a Milano post lockdown da coronavirus?
Da molti report si evince come, soprattutto nelle città del nord Italia, ci siano molte stanze sfitte(soprattutto al Nord Italia), tanto che, rispetto all’anno 2019, la disponibilità media è aumentata del +149%
Ciò che sembra preoccupare maggiormente, come anche affermato dal sindaco di Milano Beppe Sala che auspica un ritorno alla “normalità”, più che la didattica a distanza, sono lo smart – working e il South working, che hanno portato le città a svuotarsi totalmente.
Al momento la situazione in Italia in riferimento alla disponibilità di stanze è la suddetta:
Milano +290%
Bologna +270%
Padova +180%
Firenze +175%
Torino +108%
Roma +130%
Napoli +100%
Pisa +12%
Come si può facilmente intuire la città in cui si è registrato un calo drastico della domanda immobiliare è Milano, a differenza di Pisa, che ne ha risentito meno. Ma le domande a tal proposito sono tante: come ripartirà l’Università? Ci sarà modo di far accelerare nuovamente il processo, con conseguente ripresa del mercato immobiliare del capoluogo lombardo e provincia?
Il Covid-19 rallenta il caro prezzo dell’immobiliare in Italia
Secondo i dati reperibili in rete, il Covid-19 ha fatto registrare un forte rallentamento del caro prezzi che stava prendendo una piega preoccupante soprattutto nel Nord Italia, dove una stanza a Milano, anche di piccole dimensioni, poteva arrivare a costare 800€
Un’ oscillazione negativa è stata individuata anche nelle città come Palermo e Bologna, in cui attualmente si possono trovare in affitto stanze al 9% in meno rispetto al pre Covid-19. Oppure a Siena, città in cui si riesce a risparmiare fino al 12% sul canone mensile.
C’è però una fetta di proprietari immobiliari che sembra non risentire della crisi e del conseguente innalzamento dell’offerta rispetto alla domanda.In questi casi, sembra preferiscano mantenere il loro immobile vuoto piuttosto che attuare una riduzione del canone mensile.
Nel caso in cui invece il proprietario abbia esigenze economiche e quindi la necessità di “mettere a reddito” il suo immobile, sarà più propenso ad adattarsi alle regole del mercato e quindi ad abbassare il prezzo del canone mensile.
Quali sono le città più care di Italia nel settore Immobiliare?
In base ai dati estrapolati da vari report di settore , abbiamo evidenziato le città da valutare se si è interessati ad investire nel mercato immobiliare:
Milano: nonostante la partenza incerta delle Università e le ripercussioni sul mercato immobiliare,il costo relativo ad una camera singola o doppia nel capoluogo lombardo, rimane il più caro di ogni altra città.
Roma: la Capitale del Bel Paese si posiziona al secondo posto per i posti letto più cari. Per una singola uno studente può arrivare a pagare anche 500€ e quasi 300€ per una doppia.
Firenze e Bologna: le due città chiudono la classifica delle città con i prezzi maggiori di Italia relativi alle stanze L’affitto per una singola può arrivare anche a 400€.
Il coronavirus, oltre ad aver portato gli atenei italiani ad una ri partenza incerta con conseguenti ripercussioni sul mercato immobiliare, è stato motore per l’erogazione di contributi da parte del Comune e dell’Università di Bologna, per permettere ai proprietari che affittavano con la formula a breve termine di poter dare in locazione agli studenti fuori sede con Isee non maggiore di 35.000€, appartamenti a canoni agevolati.
A Parma, ad esempio, è stato stanziato un fondo cassa pari a 175.000€ per aiutare i giovani fuori sede a poter pagare l’affitto nonostante la crisi economica di questo periodo.
Il Covid – 19 ha sicuramente portato al cambiamento di tante abitudini, ma ciò non risulta nel settore immobiliare. Infatti, si nota come la pandemia non abbia portato ad una riduzione di richieste per stanze e posti letto a favore di appartamenti non in condivisione come monolocali e bilocali.
Purtroppo, però, la pandemia non rende facile a lavoratori o studenti accettare con entusiasmo la condivisione di un appartamento con altri coinquilini per abbattere i costi del canone mensile