Se stai pensando di acquistare casa o sei interessato al settore immobiliare in genere, non ti sarà di certo sfuggita la notizia sugli aumenti dei tassi di interesse BCE; una situazione che inevitabilmente si riflette anche sul mercato immobiliare europeo.
In questa guida scopriremo perché la Banca Centrale Europea ha deciso di virare verso questa soluzione e quali sono le conseguenze nel lungo termine, soprattutto nei confronti di chi desidera comprare o vendere casa.
Prima di ogni cosa però, facciamo chiarezza sulla definizione di tasso d’interesse BCE.
Tasso d’interesse BCE: di cosa stiamo parlando?
A livello generico il tasso di interesse rappresenta la parte di guadagno che ha un soggetto quando anticipa delle somme di denaro ad un altro; più è ampio il lasso di tempo della restituzione, maggiore sarà l’ammontare degli interessi.
Quando si parla di tasso d’interesse BCE ci si riferisce a quanto richiede la Banca Centrale Europea agli istituti di credito, quando questi ultimi richiedono dei prestiti.
Non si tratta, però, di una percentuale di mero guadagno, in quanto viene considerata una misura economica fondamentale per controllare l’inflazione ed evitare che la moneta perda il suo potere d’acquisto, conseguentemente ad un aumento esponenziale dei prezzi di mercato.
A questo punto ti starai chiedendo quale sia il legame tra tutto questo rispetto al tasso che potrebbe applicare la tua banca a fronte della richiesta di un mutuo.
Dunque, devi sapere che il tasso BCE influenza direttamente il parametro Euribor, che rappresenta la media fra i tassi applicati negli scambi di denaro interbancari, nonché il principale dato di calcolo del tasso variabile dei mutui, insieme allo spread.
In altre parole, un aumento del tasso BCE comporta rate dei finanziamenti sempre più elevate, dal momento che la banca deve evitare di registrare una perdita quando presta del denaro.
Per esempio, se il tasso BCE fosse al 3%, la banca dovrebbe applicare una percentuale leggermente superiore per trarne profitto, chiaramente tenendo conto del valore Euribor, al quale poi si sommerà lo spread, che rappresenta il surplus di guadagno dell’istituto di credito.
Aumenti dei tassi di interesse BCE: andamento attuale del mercato europeo
Ma come aumentano i tassi di interesse BCE? Nell’ultima modifica è stato confermato un aumento di 25 punti base rispetto al valore precedente, arrivando al 4% per il tasso ufficiale di riferimento, al 3,50% per i depositi delle banche presso la BCE e al 4,25% per le operazioni di rifinanziamento marginale.
Tale manovra, approvata dal presidente della BCE Christine Lagarde, è stata messa in atto per contrastare la crescita dell’inflazione, con l’obiettivo di dimezzarne la percentuale entro i prossimi anni.
Ciò che spaventa i cittadini, però, è che l’aumento dei tassi di interesse BCE influisce inevitabilmente sul mercato immobiliare europeo, il quale dipende in larga misura dalla presenza dei mutui.
Attualmente, infatti, il tasso di finanziamento applicato ai privati ha già superato il 4%, contro l’1,1-1,2% dei primi mesi del 2022, prevedendo un ulteriore aumento nei prossimi mesi.
È chiaro che per avere un quadro completo della situazione bisognerà aspettare i risultati aggiornati dell’Euribor, poiché come ti abbiamo spiegato poco sopra, è con questo dato che si calcola il tasso variabile di un qualsiasi mutuo.
Ma cosa comporta questa notizia per lo scenario immobiliare italiano? Scopriamolo nel prossimo paragrafo.
Come risponde l’Italia
Anche il nostro Paese deve fare i conti con le conseguenze sul mercato immobiliare della crescita dei tassi.
Stando ai dati raccolti dall’Unione Nazionale dei Consumatori, la situazione più preoccupante si presenta per coloro che hanno già stipulato un mutuo con un tasso di interesse variabile, dal momento che si registrerà un aumento del 60% rispetto alla rata calcolata a Gennaio 2022.
Dunque, mentre l’anno scorso avresti potuto pagare 500 euro al mese per acquistare una casa, oggi l’importo potrebbe raggiungere persino il valore di 800 euro, salvo ulteriori aumenti dei punti base BCE.
Una situazione che era stata già denunciata dalle associazioni per la tutela dei consumatori nei mesi precedenti, in quanto al momento i tassi di interesse applicati dagli istituti finanziari si aggirano fra il 4,5% e il 7%.
Perché aumentano i tassi di interesse?
Come avrai già intuito, in parte abbiamo risposto a questa domanda: i tassi di interesse BCE non rappresentano solo il valore del profitto sui prestiti concessi alle banche, ma anche un’importante manovra finanziaria per contrastare l’aumento eccessivo dell’inflazione.
Ti sarai reso conto, infatti, che fino al 2020 i tassi di interesse avevano percentuali molto vantaggiose, soprattutto nei confronti di coloro che erano interessati a richiedere un prestito per acquistare un immobile.
Questa situazione derivava dalla cosiddetta grande recessione del 2008, iniziata negli USA con il crollo dei mutui subprime e diffusasi rapidamente in tutto il mondo.
Nel periodo post-pandemico, tuttavia, la situazione si è completamente ribaltata, in quanto si è assistito ad una rapida crescita della domanda nell’arco di breve tempo; una situazione che si è aggravata ulteriormente con lo scoppio della guerra fra Russia e Ucraina.
Negli ultimi anni, abbiamo parallelamente assistito ad un costante aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che ha portato ad un rialzo dei costi nel settore industriale, raggiungendo ad oggi una percentuale di inflazione vicina all’8%.
Previsioni future del mercato immobiliare
Come ha confermato la presidente Lagarde, il recente aumento del tasso BCE non è destinato a rimanere un caso isolato, ma una soluzione necessaria che prevede un lungo cammino per riuscire a ripristinare una percentuale di inflazione sostenibile.
Ciò significa che nei prossimi mesi potremmo assistere ad un ulteriore aumento del suo valore, con conseguenze che si ripercuoteranno inevitabilmente anche sui mutui.
Stando alle recenti indagini di mercato, infatti, si prevede che nei prossimi mesi il tasso di interesse di un mutuo medio potrà superare il 5%, con una rata mensile che sfiorerà in media 750 euro.
In sostanza, si tratta di una situazione che con i dati attuali agevola poco il mercato immobiliare: per esempio, se hai intenzione di vendere, la prospettiva di richiedere un mutuo con rate molto alte potrebbe essere decisamente poco allettante per un acquirente.
Di contro, stando alle previsioni si auspica una prima ripresa già entro l’autunno di quest’anno, conseguentemente alla diminuzione del tasso di inflazione, che è destinata a proseguire almeno fino al 2025.
Cos’è una bolla immobiliare?
Nonostante la Banca Centrale Europea assicuri che l’attuale situazione del mercato sia ben diversa rispetto al periodo di recessione del 2008, in quanto avremmo gli strumenti adatti per evitare la crisi, potresti già sentir parlare di una nuova bolla immobiliare.
La bolla immobiliare è l’espressione comunemente utilizzata per una condizione economica caratterizzata da una crescita progressiva dei prezzi delle case, fino a raggiungere un picco estremo, prima di veder crollare drasticamente il valore di mercato.
In queste circostanze gli speculatori investono sugli immobili che poi rivendono a costi decisamente più alti rispetto al loro valore reale, aumentando sempre di più la domanda rispetto all’offerta, all’interno di un circolo vizioso.
Quando la bolla scoppia però i prezzi crollano: non ci sono abbastanza acquirenti, non si concludono le compravendite e le case vengono messe all’asta perché i mutui diventano troppo cari.
Ciò che potresti temere in questo momento, quindi, è un’ondata di svalutazione degli immobili che porterebbe ad una perdita economica di oltre 100 miliardi di euro, che alcune indagini di mercato prevedono sia possibile già entro la fine di quest’anno.
Ma vediamo più nel dettaglio le ripercussioni sul settore immobiliare europeo, se ciò dovesse accadere.
Cosa succede in caso di crisi?
Devi sapere che è difficile prevedere con esattezza a quali conseguenze potrebbe portare la situazione attuale.
Tuttavia, fra gli scenari che potresti aspettarti, c’è il rischio che i prezzi delle case scendano del 10%, diminuendo di fatto il loro valore di mercato, con una conseguenza diretta sull’andamento dei consumi.
Non solo, se gli immobili dovessero perdere di valore, ci sarebbero anche meno investimenti in questo settore, con un crollo del PIL mondiale, che si stima sarebbe intorno allo 0,7%.
Se invece hai in programma di richiedere un mutuo in futuro, sarebbe sempre più difficile potervi accedere, mentre se ne hai già stipulato uno a tasso variabile, ti potresti trovare nella situazione di avere difficoltà nel pagamento delle rate, con tutte le conseguenze del caso.
In conclusione, l’aumento dei tassi di interesse BCE avrà una forte influenza sul mercato immobiliare europeo.